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Rilanciare il Volontariato ittirese.

Ittiri, 04/11/2017.

Crediamo siano maturi i tempi, a fronte anche della “rimozione naturale” di alcuni ostacoli culturali e politici che fungevano da “tappo” allo sviluppo positivo nei rapporti associativi, affinchè il Volontariato ittirese, allontanando i toni polemici dal pacato confronto che necessariamente dovrà essere instaurato, rafforzato e supportato dalla compartecipazione attiva di tutto l’ associazionismo sociale, possa dare concretezza a quell’ ormai necessario ed essenziale coordinamento di tutti gli organismi per instaurare quel giusto confronto con la politica.

Con quella Politica alta, per davvero solidale, aperta al libero confronto, capace di ascoltare le ragioni di tutti gli attori sociali presenti nella Città, con quella Politica che guarda al futuro in difesa, tutela e sostegno dei propri cittadini, in particolare di quelli meno fortunati, che necessitano di conforto. Riteniamo dunque fondamentale discutere, analizzando ed approfondendo le varie tematiche e criticità presenti, con chi oggi detiene le redini della città, della sua economia e di quel difficile e problematico settore sociale, non più da una posizione di subalternità istituzionale o altro ma da un livello paritario, da cittadini ad amministratori, per individuare quali siano le esigenze impellenti, le necessità immediate e le urgenze del volontariato sociale e di quelle organizzazioni che della cultura del dono ne hanno fatto il loro obiettivo principale.
La parola d’ordine, secondo il nostro punto di vista, dovrà essere dunque: convergere per rimuovere le cause di marginalità sociale. E’ necessario quindi tornare a parlare di gratuità anche in tempo di crisi, ma soprattutto ad incontrarsi, dopo circa un quarto di secolo di attività, con tutte quelle associazioni presenti non solo ad Ittiri ma nel territorio ad esso afferente. Si dovrà discutere ampiamente sulla materia, purtroppo attualissima, che riguarda l’ azione volontaria e la gratuità.

Si dovrà dibattere sul tema non meno attuale che riguarda le risorse, le prospettive ed i limiti. Per nulla incoraggianti sono i dati che vedono molte associazioni ancora senza una sede. Una percentuale consistente mantiene una sede con mezzi propri e grandi sacrifici; un’ altra parte ha ottenuto dal Comune un locale in comodato d’uso; altre frequentano i locali delle due attivissime parrocchie. Riteniamo che i volontari, cittadini tra i cittadini, debbano aiutarsi a convergere su un obiettivo comune per realizzare non solo nuovi pensieri ma soprattutto opere concrete capaci di dare speranza a chi, seppur in via momentanea, si trova in grave difficoltà. Occorre attuare una proposta di impegno sociale, certamente tutti insieme ed ognuno con la propria autonomia di intervento, in cui la cultura del bene comune deve diventare la piattaforma da cui partire. Il volontariato ittirese è dotato di grandi capacità di relazione ed organizzative e c’è una rete matura, da reindirizzare, che realizza iniziative incontrando quotidianamente persone, tenendo uniti i fragili, i senza voce. Il nostro compito è anche quello di ascoltare. Ascoltare significa anche comprendere le richieste di chi chiede aiuto in maniera disinteressata e diretta. Dobbiamo capire e renderci conto di quale sia l’importanza della nostra dimensione politica, quella del volontariato intendo, che significa non fermarsi a sostenere gli ultimi, ma liberarli dalla “schiavitù” e “dipendenza” a cui costringe un certo tipo di assistenza.

Per questo è necessario confrontarsi tra tutti noi e conseguentemente, con una posizione unitaria, con chi è responsabile delle politiche sociali della nostra città.
Il Volontariato Abbadorzu Onlus, insieme a tutte quelle associazioni che condividono questa esigenza, lavorerà perché si creino, possibilmente tra associazioni operanti negli altri comuni, i coordinamenti del volontariato, in cui dovranno essere rappresentate le istanze dell’associazionismo laico e cattolico. Abbiamo accennato prima che la parola d’ordine è: convergere. Su questo solco culturale si dovrà sviluppare tutto il lavoro del domani.

4 novembre 2017
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